Le prossime manie a tavola

Alcune delle nuove tendenze a tavola sono conseguenza diretta del nostro modo di vivere il periodo della pandemia da Coronavirus.

I lunghi periodi trascorsi in lockdown, per esempio, hanno portato tantissimi chef a ingegnarsi per perfezionare la maniera con la quale le loro pietanze vengono trasportate verso le case dei clienti: l’esperienza deve essere la più vicina possibile a quella del ristorante. Così sono nati contenitori particolari, come la provocazione della lasagna in tubetto , che seppur non gradevole è comunque commestibilissima! Oltre le esagerazioni, c’è la ricerca per creare confezioni sottovuoto a prova di incidente, e modi di cucinare alcuni ingredienti in modo da conservarne il più a lungo possibile la consistenza più ancora che il gusto.

Per lo stesso motivo che ha portato tante persone a interessarsi alla panificazione o alla produzione di birre casalinghe, è in crescita il trend della fermentazione e della conservazione dei cibi in maniera da affrontare lunghi periodi senza poter uscire di casa. Questo è particolarmente vero in nazioni dagli inverni rigidi e lunghi come il Canada, la Russia, la Polonia…

Un altro trend legato al Coronavirus è sicuramente quello dei ristoranti casalinghi: sono diventati la dimensione ideale in una società limitata dalle restrizioni e dal distanziamento sociale, e il loro momento d’oro è destinato a durare ben oltre l’emergenza sanitaria.

Esula invece parzialmente dal dramma del Covid-19 il fascino per le cucine etniche di nicchia, quello che negli USA si chiama “”heritage cooking””. Durante il lockdown il boom del delivery è stato assoluto, ma guardandoci intorno in tanti ci siamo trovati stanchi davanti alla prospettiva del solito sushi o del takeaway cinese. Cucine più esotiche per noi italiani, come quella filippina, la vietnamita o l’etiope sono sempre più desiderate.

Infine, gli chef di tutto il mondo sono in questo momento più che mai attenti agli sprechi in cucina. Già in tempi non sospetti personaggi come Gordon Ramsay invitavano a incorporare le foglie del cavolfiore nella preparazione del brodo vegetale, ma negli ultimi mesi siamo circondati da consigli per preparare zuppe con scarti di carote o contorni con gambi di broccolo o di verza.

E se proprio non si può cucinarle, allora proviamo a farci il nostro compost: l’orto di casa sarà più generoso che mai, e faremo del bene all’ambiente.


crane