Cucinare col caffè non è l’unica innovazione di questi ultimi anni: l’esperienza di gustare la bevanda si è arricchita grazie all’invenzione di diverse tecniche di estrazione del chicco, quasi tutte in arrivo dai paesi anglosassoni, dove la “coffee culture” non è solo manifesta come da noi, ma anche in continua evoluzione.
Aeropress, v60 o chemex?
Ormai all’estero si parla apertamente di “coffee experience” per descrivere giornate di degustazione con tecniche diverse dalla moka o dalla macchina da bar: queste stanno prendendo piede anche in Italia, spesso legate a torrefazioni che propongono i loro prodotti in questa chiave esotica. In tali occasioni, potreste imbattervi in caffè descritti come preparati con aeropress, v60 o chemex (fra gli altri: anche la french press, già molto diffusa, è tra questi).
Il chemex è una curiosa caffettiera a forma di clessidra, il più delle volte di vetro, che contiene un filtro che trattiene gli oli del caffè.
La v60, anche detta “dripper”, assomiglia a una tazza da tè e ha una particolare forma conica e pareti a spirale che consentono di estrarre un caffè privo di impurità.
L’aeropress, come suggerisce la parola, è una pressa che permette di estrarre il caffè dalla polvere bagnata: con forma a pistone, è usabile anche in viaggio.